Esecuzioni

Esecuzione avvenuta: per un crimine commesso quando era ancora minorenne

Il primo maggio, l’Iran ha eseguito la condanna a morte di Delara Darabi, 23 anni, per un crimine che aveva commesso quando era ancora minorenne.
Darabi è una delle decine di imputati minorenni a rischio di esecuzione nella Repubblica Islamic.
Radio Farda ha diffuso un video nel quale si documenta la sofferenza dei ragazzi che da minorenni hanno commesso un crimine, il video è stato co-prodotto da uno dei principali sostenitori per l’abolizione della pena di morte dei minorenni, Mohammad Mostafaei.
Nella versione in inglese i realizzatori parlano con i minorenni che attualmente si trovano nel braccio della morte, con i loro genitori, così come con i genitori delle vittime.

Video

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Zahra Jabbari e Maryam Akbari Monfared saranno processate oggi

Zahra Jabbari e Maryam Akbari Monfared saranno processate oggi presso la sezione 26 della Corte Rivoluzionaria di Teheran.

Zahra Jabbari è stata arrestata il 18 settembre 2009, Maryam Akbari Monfared dopo le elezioni del giugno 2009.
Entrambe le donne sono accusate di Moharebeh (istigazione verso Dio), questo “reato” viene spesso scontato con l’esecuzione capitale.

Dopo la condanna Hossein Khezri, prigioniero politico curdo, rischia l'esecuzione

Hossein Khezri, un prigioniero politico curdo, che è stato condannato a morte è in condizioni critiche e la sua vita è in pericolo.

Secondo i rapporti, Khezri, che è stato condannato a morte con l’accusa di ‘collaborare con un partito curdo’ da parte della Corte rivoluzionaria, è in condizioni molto critiche e ha perso il 25 per cento della sua capacità visiva di un occhio. I funzionari della prigione si rifiutano di curarlo.Khezri è stato duramente torturato. La sua condanna a morte è stata confermata da un tribunale del regime. I funzionari del carcere di Orumieh lo hanno minacciato più volte di eseguire la sentenza.

Per tutta la procedura legale a Khezri è stato negato il diritto ad un avvocato. Khezri è stato trasferito da Orumieh in un luogo sconosciuto. La condanna potrebbe essere a breve eseguita.

RISCHIO DI ESECUZIONE IMMINENTE IN IRAN

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Amnesty Internationale ha pubblicato un appello urgente sulla imminente esecuzione di Ja’far Kazemi:

Un iraniano, Ja’far Kazemi, è a rischio di esecuzione immediata per la sua presunta partecipazione in dimostrazioni anti-governative. E’ stato accusato anche di collaborare con l’MKO (Mujahedeen Khalgh Iran Organization).

Ja’far Kazemi è stato arrestato il 18 settembre 2009 durante una protesta ed è stato trasferito alla prigione di Evin (Tehran). E’ stato accusato di aver partecipato ad una dimostrazione dove erano presenti altre centomila persone ma non è stato incriminato di alcuna azione violenta.

Kazemi è stato condannato a morte per essere ‘un nemico di Dio’ e per propaganda contro il regime. E’ stato arrestato assieme ad almeno un’altra persona, Mohammad Ali Haj Aghaei, incriminato di accuse simili, ma Amnesty International non è al corrente se anch’egli sia stato condannato a morte.

Secondo alcune fonti, Ja’far Kazemi è stato interrogato per mesi ed è stato forzatamente indotto ad eseguire una falsa confessione davanti alle telecamere, ma si è rifiutato di fornirla.

Ad aprile 2010 Kazemi è stato informato che il suo mandato di esecuzione è stato riconfermato da una corte d’appello. Il suo avvocato, che ha accesso ristretto al suo cliente, ha chiesto all’Ufficio giudiziario di rivedere questo caso. A meno che questa richiesta sia accettata, l’esecuzione potrebbe dunque avvenire in qualsiasi momento.

Ja’far Kazemi era già stato arrestato durante gli anni ottanta e novanta per essere un membro dell’MKO ed aver trascorso del tempo a Camp Ashraf in Iraq, dove risiede uno dei suoi figli.

Altre persone in pericolo di morte in seguito alle proteste post-elettorali sono:

Amir Reza Arefi, Mohammad Amin Valian, Motahareh (Simin) Bahrami e suo marito Mohsen Daneshpour Moghadam, il loro figlio Ahmad Daneshpour, due loro amici, Hadi Ghaemi e Reyhaneh Ghanbari, una donna, e Abdolreza Ghanbari.

Confermate due sentenze di morte in Iran

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La Campagna internazionale per i diritti umani in Iran riporta che la magistratura iraniana ha confermato la condanna a morte di due detenuti, incarcerati dopo le manifestazioni post elettorali del giugno 2009.

La notizia è stata anche confermata dall’avvocato difensore di Jafar Kazemi, Nasim Ghanavi, il quale afferma che il suo cliente e un altro detenuto MohammadAli HajAghai sono stati definitavamente condannati a morte.

L’avvocato difensore aggiunge di non avere potuto parlare con il suo cliente e di non essere neanche stato informato della condanna preliminare del tribunale.

La Campagna Internazione per i diritti umani in Iran descrive la procedura del tribunale come una palese violazione delle norme internazionali di giustizia.

Un portavoce della Campagna, Hadi Ghaemi, sostiene che i giudici della corte d’appello non hanno rispettato le leggi dell’Iran così come l’impegno internazionale della Repubblica Islamica d’Iran.

Il tribunale giudiziario aveva precedentemente annunciato che 11 manifestanti  (post-elezione) sarebbero stati condannati a morte, la corte d’appello ha approvato molte di queste condanne.

Mohammadreza Ali-Zamani e Arash Rahmanipour sono stati giustiziati lo scorso anno dalla Repubblica Islamica Iraniana con l’accusa di coinvolgimento nelle manifestazioni del giugno 2009 (post elettorale).

Organizzazioni per i diritti umani sostengono che queste esecuzioni non sono giustificabili legalmente e vengono solo strumentalizzate per intimidire e scoraggiare le persone, dal scendere in piazza  per manifestare pacificamente.

La settimana scorsa, i leader dell’oposizione iraniana hanno invitato i loro sostenitori ad unirsi in piazza il 12 giugno 2010 per l’anniversario della controversa elezione presidenziale del 2009.