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Amnesty Internationale ha pubblicato un appello urgente sulla imminente esecuzione di Ja’far Kazemi:
Un iraniano, Ja’far Kazemi, è a rischio di esecuzione immediata per la sua presunta partecipazione in dimostrazioni anti-governative. E’ stato accusato anche di collaborare con l’MKO (Mujahedeen Khalgh Iran Organization).
Ja’far Kazemi è stato arrestato il 18 settembre 2009 durante una protesta ed è stato trasferito alla prigione di Evin (Tehran). E’ stato accusato di aver partecipato ad una dimostrazione dove erano presenti altre centomila persone ma non è stato incriminato di alcuna azione violenta.
Kazemi è stato condannato a morte per essere ‘un nemico di Dio’ e per propaganda contro il regime. E’ stato arrestato assieme ad almeno un’altra persona, Mohammad Ali Haj Aghaei, incriminato di accuse simili, ma Amnesty International non è al corrente se anch’egli sia stato condannato a morte.
Secondo alcune fonti, Ja’far Kazemi è stato interrogato per mesi ed è stato forzatamente indotto ad eseguire una falsa confessione davanti alle telecamere, ma si è rifiutato di fornirla.
Ad aprile 2010 Kazemi è stato informato che il suo mandato di esecuzione è stato riconfermato da una corte d’appello. Il suo avvocato, che ha accesso ristretto al suo cliente, ha chiesto all’Ufficio giudiziario di rivedere questo caso. A meno che questa richiesta sia accettata, l’esecuzione potrebbe dunque avvenire in qualsiasi momento.
Ja’far Kazemi era già stato arrestato durante gli anni ottanta e novanta per essere un membro dell’MKO ed aver trascorso del tempo a Camp Ashraf in Iraq, dove risiede uno dei suoi figli.
Altre persone in pericolo di morte in seguito alle proteste post-elettorali sono:
Amir Reza Arefi, Mohammad Amin Valian, Motahareh (Simin) Bahrami e suo marito Mohsen Daneshpour Moghadam, il loro figlio Ahmad Daneshpour, due loro amici, Hadi Ghaemi e Reyhaneh Ghanbari, una donna, e Abdolreza Ghanbari.