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Video dall’Iran

Intanto che le manifestazioni continuano sulla rete sono già apparsi molti video, uno dei primi video è quello di un ragazzo coraggioso, che con le foto di due martiri è salito su una gru questa mattina, voleva fare vedere al mondo che nella Repubblica Islamica d’Iran si muore perché si cerca disperatamente la libertà, voleva che i due martiri non venissero dimenticati.
Nell’altro video giunto da poco si possono sentire i manifestanti che urlano Ben Ali, riferendosi al dittatore tunisino scappato dal paese dopo tre settimane di proteste da parte del suo popolo, e Mubarak, il dittatore egiziano che si e visto sconfitto dalla rivoluzione pacifica del suo popolo dopo 18 giorni, e adesso noi!

Iran: 1 morto e 250 arresti

Teheran: Come previsto, oggi nella capitale ci sono state varie manifestazione contro il regime degli ayatollah. Secondo le ultime notizie che arrivano da HRANA (in lingua farsi – tradotto in inglese da persian2english), ci sono stati violenti scontri tra le forze di polizia e i manifestanti.
Una persona è morta, 2 sono rimaste ferite e 250 persone sono state arrestate.

source: http://persian2english.wordpress.com/2011/02/14/protester-shot-and-killed-250-others-detained/

Algeri: Piazza Primo Maggio come piazza Tahrir!

Algeri: da questa mattina in piazza Primo Maggio centinaia di persone sono scese in strada per dire basta alla dittatura. Nella capitale c’è una massiccia presenza di polizia, alcune persone sono state arrestate e pare che le forze di polizia stiano usando gas lacrimogeni contro i manifestanti.
Al Jazeera in lingua inglese ha contattato un blogger che al momento si trova ad Algeri, durante la telefonata in diretta il ragazzo è stato circondato dalla polizia e praticamente costretto ad interrompere la telefonata.

Questo video è stato pubblicato in twitter e registrato oggi!

IRAN: Il giorno della rabbia!

Mentre gli egiziani festaggiano la loro vittoria, altri paesi sono costretti a subire la violenza dei loro dittatori. L’Iran, l’onda verde dei giovani che nel 2009 ha cercato di fare quello che in Egitto è riuscito, è sempre viva e il 14 febbraio 2011 il mondo vedrà ancora una volta di che cosa sono capaci i giovani iraniana. La nostra libertà deve essere anche la loro!

Intanto guardate questo video, attenzione contiene immagini molto violente!

Egitto: la rivoluzione del popolo

Secondo Al Jazeera in lingua inglese ci sono stati 30 morti ieri nelle dimostrazioni tenutesi nelle più grandi città dell’Egitto, Cairo, Alexandria, Suez, ma anche in città più piccole come Mansoura. Tra i 30 morti ci sono anche dei bambini di 4, 7 e 14 anni. Lo scontento e la rabbia del popolo egiziano è stato chiaro, il loro messaggio ancora più chiaro, ma il loro presidente, Hosni Mubarak, finalmente dopo giorni di silenzio ha tenuto il discorso che tutti ci aspettavamo, sembra non abbia sentito niente di quello che il suo popolo gli sta chiedendo. Gli egiziani chiedono che lui si dimetta e come contro risposta Hosni Mubarak ha dichiarato che lui non si dimetterà ma che cambierà il governo, questo ovviamente non è abbastanza, infatti anche oggi gli egiziani non si sono fatti sottomettere dal suo discorso arrogante e politico-strategico, infatti adesso per le strade del Cairo, Alexandria e Suez le proteste continuano. La gente urla a squarcia gola, vogliamo che Mubarak se ne vada, il messaggio è chiaro, non vogliono un nuovo governo vogliono che lui se ne vada.
L’impocrisia del suo discorso era palese, le sue bugie ancora di più, Mubarak ha affermato che è grazie alla democrazia che regna in Egitto che è stato possibile per la popolazione protestare, quello che però Mubarak non ha detto è quello che lui ha cercato di impedire, la fuga di informazioni da parte della gente, infatti già nella notte del 27 gennaio ogni via di comunicazione è stata interrottà, internet quindi anche l’accesso a twitter e facebook, due mezzi molto usati per far trapelare notizie e per poter ricevere informazioni direttamente dalla popolazione. Oltre ad internet Mubarak ha bloccato anche i telefoni, infatti la stessa Vodafon ha dichiarato che è stato il governo a chiederle di bloccare la comunicazione. Questa non si chiama democrazia, signor Mubarak, se la gente non ha il diritto di epressione e di comunicare con il mondo esterno, si chiama dittatura.
Questa censura continua, internet è totalmente bloccato, invece i telefoni sembra che stiano iniziato a funzionare da circa 3 – 4 ore.
Ieri solo al Cairo si sono radunate 50’000 persone per protestare contro Mubarak, per chiedere posti di lavoro, per chiedere di avere uno stato che non sia corrotto, per chiedere di vivere nella dignità e nel rispetto dei diritti umani.
Nel suo discorso il signor Mubarak ha dichiarato di avere sempre tenuto in considerazione l’opinione della sua gente così come dei poveri, il signor Mubarak ha avuto 30 anni ma non si è mai preoccupato di essere vicino al suo popolo e certo non lo può fare adesso, perché è la sua stessa gente che gli sta chiedendo di dimettersi e che non vogliono più ascoltarlo.
Non dobbiamo però dimenticare che Mubarak ha l’appoggio degli Stati Uniti d’America e di Israele, entrambi stati democratici che appoggiano un dittatore e su questo ci sarebbe molto da dire. Quello che adeso in questo momento di grande cambiamento è evvidente è che il governo Obama continua ad appoggiare Mubarak, prima Hilary Clinton e poi lo stesso Obama hanno tenuto un discorso che non significava niente, entrambi hanno affermato che il governo egiziano deve rispettare il diritto d’espressione e i diritti umani, ma non si sono assolutamente pronunciati sul fatto se loro appoggiano o no le dimostrazioni, questo è come dire che loro stanno ancora dalla parte Mubarak. L’unica cosa che sono stati capaci di dire è che Mubarak deve assolutamente iniziare a fare delle riforme, ma quest’ultime come sappiamo non sono assolutamente abbastanza per cambiare la condizione del popolo egiziano.
Ma l’amministrazione Obama non vuole che Mubarak si dimetta perché perderebbe il controllo della regione, questo si ricollega con la questione israelo-palestinese, infatti l’Egitto è l’alleato più importante che gli Stati Uniti d’America ha in Medio Oriente e se Mubarak si dimette l’America non sarebbe più forse in grado di contrallare la regione.
Quando si trattò di “liberare” l’Iraq, gli Stati Uniti non si posero tante domande, oggi invece per quanto riguarda l’Egitto, Hilary Clinton dice che il governo egiziano è stabile e che sta al popolo egiziano fare qualcosa, quindi gli egiziani sono lasciati a loro stessi, perché l’appoggio di Mubarak è molto più importante dei diritti umani.
Forse in questo momento stiamo assistendo al cambiamento degli stati arabi, dopo la Tunisia, l’Egitto e ieri anche in Siria e Jordania ci sono stati delle piccole proteste.
Ma quello che è sembrato molto semplice in Tunisia non sarà così semplice in Egitto, Siria o Jordania, anche perché l’esercito ha fatto la differenza in Tunisia andando contro Ben Ali, se anche in Egitto l’esercito non dovesse rispondere agli ordini di Mubarak allora il popolo egiziano avrebbe una reale possibilità di cambiamento, ma finché l’esercito appoggia Mubarak sarà molto difficile avere un Egitto libero dalla dittatura di Mubarak.